Femminicidio Giulia Cecchettin. Oggi inizia il processo per Turetta: rischia l'ergastolo

Oggi, lunedì 23 settembre, inizia il processo di uno dei femminicidi che ha tenuto incollati alla Tv milioni di italiani: quello della giovane Giulia Cecchettin, morta per mano del suo ex fidanzato, Filippo Turetta. Rischia l'ergastolo 


Giulia Cecchettin 




Filippo Turetta, l'ex fidanzato di Giulia Cecchettin, ha ammesso di averla uccisa con ben 75 coltellate. In questi ultimi giorni, il video del suo interrogatorio di garanzia è diventato virale, ed è stato mandato in onda anche dai Tg nazionali e trasmissioni di approfondimento che hanno seguito il caso in questi mesi. 

Oggi, lunedì 23 settembre, ha inizio il processo a suo carico. Il ragazzo è stato accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, stalking, crudeltà e precedente legame affettivo, nonché di porto d'armi, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Rischia l'ergastolo. 


Il fatto 


Giulia aveva deciso di lasciare Filippo per la sua gelosia morbosa, la sua mania del controllo e quella che era una vera e propria ossessione per lei. Nonostante la sua ferma convinzione, però, a volte si sentiva in colpa e gli aveva concesso di restare amici e uscire. Lui faceva di tutto per convincerla a tornare insieme. 

La ragazza, laureanda in Ingegneria Biochimica, pochi giorni prima della seduta aveva accettato l'ennesimo appuntamento con lui. I due, però, dopo essere andati al centro commerciale e aver cenato, non erano più tornati a casa. 

Il padre Gino, preoccupato, aveva allertato le Forze dell'Ordine, e successivamente scoppierà un caso mediatico anche in Tv, perché tutte le trasmissioni e i quotidiani si  interesseranno alla vicenda. Fino a quando, il 18 novembre, il corpo della povera Giulia venne trovato in fondo a una scarpata nelle vicinanze del lago Barcis, all'interno di sacchi neri. Accanto a lei il suo zaino e un libro per bambini. 

A seguito dell'esame autoptico, si verrà a scoprire che era morta per l'emorragia causata da 75 coltellate, sferrate con particolare efferatezza, e dal colpo in testa. Dopo aver setacciato il territorio per dare la caccia al suo ex fidanzato, alla fine lo ritroveranno in Germania. La polizia tedesca lo assicurerà a quella italiana, e verrà messo sotto torchio. 

Il primo di dicembre, arriva la scioccante confessione e tutti i particolari agghiaccianti di quel delitto, che aveva organizzato già da diverso tempo. 

"Abbiamo iniziato a discutere. Mi ha detto che ero troppo dipendente, troppo appiccicoso con lei" dice al pm di Venezia Andrea Petroni. "Ho urlato che non era giusto, che avevo bisogno di lei, che mi sarei suicidato. Lei ha risposto decisa che non sarebbe tornata con me". 


Speriamo solo che non abbia attenuanti, né sconti di pena, o alcun tipo di solidarietà. La Lettera Scarlatta, naturalmente, seguirà tutte le fasi del processo. 

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